Capitolo 3: connettiti con il tuo pubblico

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Nell’era digitale, i social media e il web sono diventati il cuore pulsante delle nostre interazioni quotidiane. Ciò che un tempo era un mero strumento di comunicazione si è trasformato in un palcoscenico globale, dove ogni individuo e ogni azienda ha la possibilità di condividere le proprie storie, idee e prospettive con un pubblico vasto e diversificato. Tuttavia, in un mare infinito di contenuti digitali, come possiamo emergere e connetterci veramente con gli altri?
La risposta risiede nella potenza della comunicazione esperienziale.
Di che cosa ti parlo nell’articolo
Nel mondo virtuale di oggi, dove l’attenzione è una risorsa preziosa e scarsa, la comunicazione esperienziale si erge come il faro che guida i nostri sforzi nel creare contenuti di valore e coinvolgenti. Non si tratta solo di trasmettere un messaggio, ma di creare un’esperienza autentica e significativa per il nostro pubblico. È un approccio che va oltre le parole e le immagini, coinvolgendo tutti i sensi e lasciando un’impronta indelebile nella mente di chi ci segue.
In questo contesto digitale in continua evoluzione, la comunicazione esperienziale emerge come l’unico mezzo per creare connessioni autentiche e durature. Attraverso storie coinvolgenti, contenuti visivi accattivanti e interazioni personalizzate, possiamo trasformare i nostri profili sui social media e i nostri siti web in luoghi di ispirazione e intrattenimento. È solo abbracciando la comunicazione esperienziale che possiamo veramente distinguerci nella selva digitale e lasciare un’impronta duratura nel cuore e nella mente dei nostri follower. Se vuoi far emergere la tua voce nel tumulto del web, non c’è strada migliore da percorrere che quella della comunicazione esperienziale.
Cos’è la Comunicazione Esperienziale?
La “Comunicazione Esperienziale” si distingue per il suo focalizzarsi sull’esperienza, trasformando ogni interazione in un’esperienza coinvolgente e memorabile che coinvolge tutti i sensi. Questo approccio comunicativo si basa su due componenti principali: il “contenuto“, ovvero il messaggio e il suo modo di essere veicolato, e la “relazione“, che riguarda il tipo di legame che si instaura con l’interlocutore.
I tre livelli della comunicazione
Il “contenuto” comprende tre livelli fondamentali della comunicazione:
- La comunicazione verbale: le parole che scegliamo e il loro significato, che costituiscono solo il 7% della comunicazione totale. Questo livello è prevalentemente governato dal razionale.
- La comunicazione paraverbale: tutti gli elementi che accompagnano il discorso, come il ritmo, la velocità, e la tonalità della voce, che rappresentano il 38% della trasmissione del messaggio.
- La comunicazione non verbale: i segnali inviati dal nostro corpo, come gesti, posture e espressioni facciali, che costituiscono il 55% della comunicazione totale.
La Relazione nella Comunicazione
È fondamentale che questi tre livelli siano allineati e coerenti tra loro per garantire chiarezza nella comunicazione. Se il verbale e il non verbale sono in contrasto, ciò può generare diffidenza e percezioni di falsità nell’interlocutore.
La “relazione” si concentra sul rapporto di connessione che si stabilisce tra i due interlocutori. Per creare questa connessione, è essenziale sviluppare empatia. Non tutti sono naturalmente abili nell’utilizzare questo tratto, quindi è importante imparare a creare un “rapport” che consiste nel rispecchiare i tre livelli della comunicazione dell’interlocutore: parole preferite, tono di voce, gesti, e altro ancora. Questo è fondamentale per stabilire una connessione profonda a livello inconscio.
I Tipi Comunicativi o Modelli del Mondo
Ciascuno di noi utilizza la comunicazione e interpreta gli eventi in modo diverso, e ciò dipende sostanzialmente da quattro macrogruppi basati sulla percezione del mondo:
Il modello visivo: influenzato dalle immagini, dalle visioni, pensiero veloce, postura spesso eretta e autorevole, con un aspetto talvolta eccentrico, elegante, e uno sguardo solitamente rivolto verso l’alto. Questo tipo di individuo è solito utilizzare termini come “Vedi?”, “Bello”, “visionario”, “immagina!”, “Colorato!”. Esempi includono figure come Steve Jobs. Si distinguono in ambiti quali pittura, stilismo, imprenditoria visionaria, trucco, acconciatura, e critica d’arte.
Il modello cinestetico: attratto dalle sensazioni fisiche, ricerca il comfort, con uno sguardo generalmente rivolto verso il basso, e utilizza il termine “sentire” per riferirsi al corpo piuttosto che all’ascolto. Parla solitamente con calma, manifesta una tendenza all’empatia, e ha una postura rilassata. Si identificano con parole come “sentimento”, “corpo”, “abbraccio”, “emozionato”, “sensazione”, “comodità”, “praticità”. Esempi includono persone come Federica Pellegrini e Margherita Hack. Eccellono in ambiti come terapia, sport, e danza.
Il modello uditivo: sensibile ai suoni, apprende attraverso passaggi come se fossero note musicali, cerca l’armonia, con uno sguardo a livello medio, una voce spesso persuasiva e sempre con il tono giusto. Questo individuo ha difficoltà a mantenere il contatto visivo durante l’ascolto e preferisce ascoltare attentamente. Si identifica con termini come “tono”, “musicalità”, “armonia”, “sintonia”. Esempi includono personaggi come Gigi Marzullo. Si distinguono in ambiti quali musica, poesia, narrazione, e insegnamento.
Il modello uditivo digitale: attratto dalla logica, apprende attraverso passaggi come se fossero parti di un’equazione matematica, con uno sguardo mediamente basso, una voce monotona, e la necessità che tutto sia razionale. Questo individuo incrocia le braccia spesso per avere una prospettiva neutrale. Si identifica con termini come “logica”, “sistema”, “struttura”, “calcolo”, “sistematicità”, “teoria”. Esempi includono figure come Mario Monti. Si distinguono in ambiti come matematica, ingegneria, fisica, economia. È raro trovare qualcuno che aderisca esclusivamente a uno di questi modelli, poiché spesso si verifica un sincretismo nella percezione del mondo.
Considerando gli stili di apprendimento e i tipi comunicativi, puoi abbinare alcuni social media a queste preferenze:
- Visivo (Instagram, Pinterest): se prediligi l’apprendimento attraverso immagini e grafici, piattaforme come Instagram e Pinterest, incentrate sulla condivisione di foto e contenuti visivi, potrebbero essere più adatte.
- Auditivo (Podcast, Clubhouse): se preferisci l’apprendimento attraverso l’ascolto, potresti apprezzare piattaforme come Clubhouse per le discussioni in formato audio o podcast su piattaforme come Spotify o Apple Podcasts.
- Cinestetico (YouTube, TikTok): se l’esperienza pratica è la tua preferenza, piattaforme come YouTube, con tutorial video e contenuti pratici, o TikTok, che spesso presenta video interattivi e coinvolgenti, potrebbero essere adatte.
- Uditivo Digitale (LinkedIn, Twitter): per coloro che preferiscono l’apprendimento attraverso l’analisi logica e la struttura delle informazioni, piattaforme come LinkedIn offrono opportunità per condividere e apprendere attraverso articoli, post di testo e presentazioni. LinkedIn è orientato verso il networking professionale e offre spazio per discussioni e condivisione di contenuti di natura più formale e analitica. Allo stesso modo, Twitter, pur essendo prevalentemente testuale, può essere adatto per il modello uditivo digitale grazie alla rapidità nel diffondere informazioni e alle discussioni brevi e concise. È possibile trovare thread di tweet che trattano argomenti specifici in modo dettagliato e logico, fornendo un ambiente ideale per l’analisi e la comprensione dei concetti.
Il trend del momento (e del futuro)
Sebbene nel mondo della comunicazione ci siano una vasta gamma di social media e formati diversi, uno dei trend dominanti è senza dubbio il video. Piattaforme come YouTube, TikTok e Instagram stanno sempre più privilegiando contenuti video, che risultano essere più coinvolgenti e immediati. In un’epoca in cui la comunicazione visiva sta diventando sempre più predominante, è essenziale sapersi esprimere efficacemente davanti a una telecamera.
Parlare in pubblico o registrare video può essere un’esperienza intimidatoria per molti, ma è un’abilità cruciale da sviluppare. L’importante è mettersi in gioco e affrontare la sfida con determinazione. Per coloro che desiderano migliorare le proprie capacità di parlare in pubblico o davanti a una telecamera, è consigliabile dedicare del tempo a un allenamento specifico.
Un modo efficace per esercitarsi è quello di praticare l’allenamento di presenza per il public speaking: nel prossimo capito ti darà alcuni consigli su come allenarti.
Allenamento di Presenza per Public Speaking
Questo tipo di esercizio aiuta a trasmettere sicurezza e autenticità durante le presentazioni, sia di fronte a un pubblico dal vivo che di fronte a una telecamera ma anche in situazioni familiari o tra amici, per rafforzare i legami e trasmettere una sensazione di presenza e accoglienza ai nostri interlocutori.
Questa pratica si basa su:
- Postura del Presentatore: piedi alla larghezza delle spalle, spalle rilassate, schiena eretta, braccia lungo il corpo – ciò favorisce la trasmissione e l’esperienza di sicurezza.
- Visione periferica: concentrarsi su un punto all’altezza del nostro sguardo, fissandolo e gradualmente espandendo la nostra visione fino a raggiungere un campo visivo di circa 180° – questo aiuta a mantenere sotto controllo ciò che ci circonda.
- Respirazione profonda: trasmette calma e accoglienza.
- Sorriso: riduce la distanza emotiva e favorisce un’atmosfera più accogliente.
- Dialogo interno positivo: se sorgono pensieri negativi, ripetere frasi di incoraggiamento come “Va tutto bene, va tutto ok!” per rinforzare la fiducia.
Questo aiuterà a calmare gradualmente la mente in pochi minuti.
La struttura di una presentazione davanti a un pubblico multiplo
Nella nostra vita quotidiana spesso ci troviamo ad interagire con più individui contemporaneamente. In questi contesti, è fondamentale utilizzare questa tecnica specifica per essere compresi e far sentire importanti tutti i presenti.
Quando affrontiamo un pubblico, adottiamo lo schema KAV (cinestetico>uditivo>visivo), dando priorità iniziale a coloro che hanno una preferenza cinestetica, poiché richiedono più tempo per elaborare le informazioni e fare connessioni logiche. Successivamente, ci rivolgiamo agli uditivi (e agli uditivi digitali che inizieranno a formulare domande) e infine ai più veloci a livello mentale, i visivi. Gli uditivi digitali, essendo inclini all’analisi e al pensiero dettagliato, probabilmente vorranno approfondire ulteriormente gli argomenti.
Un esempio di applicazione del modello KAV potrebbe essere il seguente: “Sono entusiasta di essere qui oggi (cinestetico), avrete certamente notato (uditivo) che la Comunicazione Esperienziale è un tema di grande interesse per me. Ora vi mostrerò (visivo) da dove partiamo, e immagino che alcuni di voi (uditivi digitali) si stiano chiedendo…”
Un ultimo consiglio: il Feedback a Sandwich
Quando ci troviamo di fronte a qualcuno, sia nella sfera personale che professionale, e dobbiamo comunicare qualcosa, anche se può essere difficile o scomodo, possiamo utilizzare il modello della retroazione a sandwich, che comprende tre fasi:
- PRIMA FETTA DI PANE: “Cosa ho apprezzato?” Cerchiamo sempre di trovare qualcosa di positivo da dire. Ad esempio: “Apprezzo il tuo impegno e la tua attenzione durante la nostra interazione.”
- CONDIMENTO: “Cosa può essere migliorato?” Anche quando forniamo critiche, è importante farlo in modo costruttivo e positivo. Per esempio: “Sarebbe utile se potessi partecipare più attivamente alla discussione.”
- SECONDA FETTA DI PANE: “Prospettiva futura” Indichiamo cosa possiamo ottenere quando vengono apportati miglioramenti. Ad esempio: “Quando parteciperai più attivamente, potremo ottenere risultati ancora migliori e approfondire ulteriormente le nostre discussioni.”
Conclusione
La comunicazione esperienziale è un’arma potente per migliorare le nostre relazioni, sia al lavoro che nella vita privata. Abbiamo visto come comprendere meglio i diversi stili comunicativi e creare empatia possa trasformare le interazioni. Con tecniche come il feedback a panino e l’allenamento di presenza per il public speaking, possiamo diventare comunicatori più autentici ed efficaci. Ricorda, la comunicazione è un’abilità che si evolve: sperimentare, imparare dagli errori e adattarsi sono le chiavi per avere successo.
Prendi spunto da questo articolo e inizia a rivoluzionare il tuo modo di comunicare!

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